Il popolo delle ragazze. Miu Miu: parola d’ordine è minigonna e stivaloni- Corriere.it

2022-10-26 12:46:34 By : Ms. Angela Her

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Da Chanel «ossessione» tweed in onore di madmoiselle: tutta la sala foderata e poi l’intera collezione nel tessuto inglese. Poi parigine di lana e stivali di gomma per questa giovane anni Sessanta

È soffiato un vento forte, fortissimo, di «girlishness» su questa settimana della moda di Parigi . Traduzione concessa potrebbe essere «femminilità giovane », azzardata «ragazzitudine». Considerando la dura legge del business è più spontaneo credere che gli stilisti oltre a nuovi mercati, experience di shopping, collab, strategie varie siano consapevoli che le nuove generazioni avanzano alla velocità dei like , trascinate da influencer e mosse da istinti ispirazionali. La prova? Fuori da Miu Miu , davanti a Palais Iena , decine e decine di ragazze in mini, ma mini, color kaki, camicia bianca e pullover crop. Ombelico e gambe nude. Out-fit che è paro paro quello proposto nella sfilata scorsa, in ottobre. Poi r ilanciato due settimane fa da Chiara Ferragni (a zero gradi da New York ) e quindi raccolto appunto come sopra. Infine non ci si stupisca di trovare le stesse citazioni nel nuovo show. E la collezione scorre quasi fosse un dejà vu con le gonnelline a pieghe corte , i sopra crop (dalle camicie, alle maglie, alle bluse), i calzettoni, le ballerine e la sensazione di essere in un college di ragazze perbene, appassionate di tennis e danza . Come la stagione scorsa. Solo che questa volta è inverno (non traggano in inganno le file di sdraio in sala decorate con gli animali immaginari di Nathalie Djurberg & Hans Berg) ed ecco allora tessuti più pesanti e blouson over e sofisticati come i blazer e i cappottoni maschili. Uomo, pardon ragazzo fra l’altro che ritorna da Miu Miu una decina di uscite quasi copia&incolla della tipa: short e blouson e pullover.

La sera sono abiti diritti di cristallo che ricordano una certa Prada . Bene così. Creare il nuovo dall’esistente, questo sembra l’esprit suggerito da Miuccia Prada . In visione e anche in sostanza: i capi in pelle sono upcycled . Un’idea (buona) contemplata e ampliata perché nulla sia più solo l’attimo fuggente, ma continui ad essere uno stile, un atteggiamento.

Non sono sdraio ma una sala interamente foderata di tweed per Chanel : pareti, soffitto, pavimento e sedute, tant’è che in tanti hanno avuto il pensiero su quanto «ben-di-Dio» sprecato. La collezione è ancor più sfacciata nel suo omaggio al tessuto ossessione di Coco . Virginie Viard immagina di passeggiare con mademoiselle lungo il river Tweed, in Scozia , all’epoca della sua storia d’amore con il duca di Westminster : «Lì Coco pensava i suoi colori, raccogliendo fiori e foglie su quelle rive — ricorda Viard —. E lì indossava le giacche del duca: nulla di più sexy del gesto di portare qualcosa della persona che ami. Un gesto contemporaneo dove Chanel ha reso il tweed femminile». E l’ossessione è servita. La stilista dà alle «chanelline» quel che è delle «chanelline».

Non c’è pezzo che non soddisfi l’irrefrenabile desiderio che muove il popolo delle adepte della doppia C e che anche in questi giorni sin dal mattino era ben allineato in lunghe file fuori dalla boutique di rue Cambon . Dalle calze parigine, agli stivali e stivaloni di caucciù, ai tailleur, alle mini, ai tubini, alle perle alle borse mini o midi o maxi. Tutto andrà come il pane e di più. Perché la stilista cerca consensi sempre più «freschi». Ma anche se è un po’ più ragazzina la nuova «chanellina« borghesuccia e perbene resta comunque. Non aspettatevi dunque una ribelle, anticonformista ed eccentrica snob, come in realtà, sotto sotto, era mademoiselle. Gli anni Sessanta, quelli del twist e dello shake e del surf sono infine il mood che la Viard affida a video e foto del duo Inez & Vinoodh che con la campagna scozzese c’entra poco, ma va bene cosi.

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