Il Comune di Novara ha inviato a Rfi una proposta alternativa al raddoppio di Boschetto per il combinato strada-rotaia, mentre Siemens ha ampliato il centro di manutenzione novarese.
L’associazione degli spedizionieri svizzeri Vap lancia l’allarme sull’aumento delle tariffe ferroviarie connesso a quello dell’energia e quindi chiedono provvedimenti al Governo federale.
Rete Ferroviaria Italiana ha firmato un accordo quadro con Alstom dal 900 milioni di euro per la progettazione, la realizzazione e la messa in funzione del sistema Ertms2 in Sardegna, Molise, Puglia, Umbria, Lazio e Campania.
Chemet e Nexxiot collaborano per sviluppare ferrocisterne connesse nell’ambito della digitalizzazione del trasporto ferroviario. Sono dedicate alle merci pericolose.
Procede la costruzione del nuovo tunnel ferroviario austriaco del Pekel, posta nel corridoio che collega la Slovenia con l’Austria. Sarà operativo nel 2023.
Il Comune di Novara ha inviato a Rfi una proposta alternativa al raddoppio di Boschetto per il combinato strada-rotaia, mentre Siemens ha ampliato il centro di manutenzione novarese.
L’associazione degli spedizionieri svizzeri Vap lancia l’allarme sull’aumento delle tariffe ferroviarie connesso a quello dell’energia e quindi chiedono provvedimenti al Governo federale.
Rete Ferroviaria Italiana ha firmato un accordo quadro con Alstom dal 900 milioni di euro per la progettazione, la realizzazione e la messa in funzione del sistema Ertms2 in Sardegna, Molise, Puglia, Umbria, Lazio e Campania.
Chemet e Nexxiot collaborano per sviluppare ferrocisterne connesse nell’ambito della digitalizzazione del trasporto ferroviario. Sono dedicate alle merci pericolose.
Procede la costruzione del nuovo tunnel ferroviario austriaco del Pekel, posta nel corridoio che collega la Slovenia con l’Austria. Sarà operativo nel 2023.
Le ferrovie svizzere detengono due record invidiabili in Europa. Il primo è la quota raggiunta nei trasporti merci transfrontalieri su rotaia che supera stabilmente il 70%, il secondo è il contributo dato dalla ferrovia anche nei trasporti interni dove oltre il 30% delle merci viaggia sui binari delle Ffs. Nonostante questo, le ferrovie elvetiche non sono paghe dei risultati raggiunti e hanno varato un piano d’urto per accrescere ancora di più il proprio ruolo soprattutto nelle relazioni interne.
Questo progetto si chiama Swiss Cargo Logistics e prevede la costruzione di cinque nuovi terminal ferroviari lungo tutto l’asse principale est-ovest del Paese che va da Ginevra a San Gallo. Le cinque piattaforme saranno realizzate a Ginevra, nell’area di Losanna, nel distretto di Gäu (Canton Soletta), a Dietikon (Canton Zurigo), accanto alla grande stazione di smistamento di Limmattal e a Gossau (Canton San Gallo).
Oltre a questi cinque terminal, le ferrovie intendono potenziare alcune tipologie di trasporti, come quelli relativi ai materiali da costruzione e allo smaltimento di vario genere, come i rifiuti. Per questo motivo saranno realizzate anche alcune piattaforme nei centri urbani, ancora da individuare, ma il loro numero potrebbe variare da un minimo di cinque, fino a un massimo di otto. Queste saranno ubicate in zone strategiche, ovviamente tutte raccordate con la ferrovia. Per far fronte ai nuovi servizi si prevede anche di investire risorse sul materiale rotabile che sarà tecnologicamente avanzato, in modo che tutte le operazioni siano digitalizzate.
Il programma Swiss Cargo Logistics non si focalizza su una sola tipologia di trasporto, ma si muoverà a 360 gradi, con la previsione di servire sia i trasporti a carro singolo, sia i treni blocco, ma anche quelli combinati. I terminal dovrebbero quindi essere attrezzati per il servizio intermodale, anche se probabilmente la tipologia più frequente sarà quella del trasporto a carri completi.
Le ferrovie svizzere si trovano comunque davanti a un bivio per quanto riguarda il traffico merci nazionale. Entro il 2022 è prevista una decisione sul futuro orientamento. E la scelta della soluzione avrà un impatto significativo sulla futura strategia commerciale di Fffs Cargo. Il nocciolo della questione è se il costoso traffico a carri completi isolati sarà ancora finanziato autonomamente dall’azienda o se dovrà ricadere sulla Confederazione come contributo per favorire un trasporto a basso impatto ambientale.
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